Paranoia. Avete detto "paranoia"?

 un bel drappello di paranoici


La sconfitta necessaria

Per i polacchi, i paesi baltici e i paesi dell’Europa centrale, questo concetto è talmente evidente che non perdono occasione per ribadirlo con tutte le loro forze. Gli americani l’hanno capito, finalmente, e operano in questo senso in accordo con i britannici. Persino i finlandesi e gli svedesi hanno abbandonato, dalla sera alla mattina, 80 anni di neutralità per cercar rifugio sotto l’ombrello della NATO, la loro unica garanzia davanti alle mire folli del regime russo. 

In Europa occidentale, invece, i nostri governanti, da sempre prigionieri delle loro ideologie, sprofondati nella pigrizia intellettuale e nella fiacchezza morale indotta da una pace troppo lunga, sembrano perennemente tentati dal compromesso. 

Il compromesso è spesso necessario, ma in questa situazione sarebbe una catastrofe per il sogno europeo e altro non farebbe che attizzare ancora di più le ambizioni di Putin. 

Solo la sconfitta militare completa delle forze russe in Ucraina potrà restituire una parvenza di sicurezza al continente. E solo sulla base di una sconfitta della Russia si potranno intavolare trattative e siglare accordi che avranno una qualche possibilità di rivelarsi duraturi. Senza una vittoria chiara e netta dell’Ucraina, tutta la diplomazia non produrrà altro che chiacchiere inutili, o la capitolazione. 

« Non bisogna umiliare la Russia. » Da vent’anni a questa parte, più si fanno acrobazie per accomodare la Russia, o quanto meno per gestire i rapporti con il paese, più Putin accusa l’Occidente di volerlo umiliare, proprio lui, che sa maneggiare l’umiliazione dei suoi interlocutori come una scienza esatta. Che si sia disposti a prestarsi al suo gioco meschino è davvero sorprendente. 

In realtà, Putin si umilia da solo, con la sua ambizione di sedersi tra i grandi della terra, senza rispettarne però le regole più elementari; disprezzando e violando i diritti dei popoli quando ne va del suo tornaconto, come si è visto in Cecenia, in Georgia, in Siria, e oggi in Ucraina; e scatenando una guerra con un esercito patetico, inetto, arcaico, e per di più depredato e affamato dai suoi generali. Se veramente ce l’ha con noi per tutto questo, se ce l’ha con noi a morte, non siamo affatto obbligati a presentargli le scuse: abbiamo invece il dovere di infliggergli una buona lezione e rispedirlo al suo posto, il posto che si è scelto di sua propria volontà.

(Lo stesso Littell però inciampa in una ingenuità etiopatogenica: «La paranoia non mi convince, Putin è stato lucidissimo … purtroppo Littell non sa che le cose non sono in contraddizione.

 

Dmitry Peskov

portavoce del presidente Putin



Marija Zacharova

Direttore del dipartimento informazione e stampa 
del Ministero degli esteri 



Vladimir Solov'ëv
Conduttore tv sul canale Rossija 1




Ol'ga Vladimirovna Skabeeva
conduttrice tv del programma
"60 minuti"



Aleksandr Vasil'evič Bortnikov 
capo del Servizio federale per la sicurezza.




Sergej Naryškin

Direttore del Servizio di intelligence internazionale russo



Aleksandr Lukashenko


L’azione legale si basa sul principio della giurisdizione universale per crimini contro l’umanità. Secondo il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, in Bielorussia sono state segnalati numerosi casi di tortura, rapimento, espulsioni arbitrarie e sparizioni. I clienti degli avvocati tedeschi hanno denunciato abusi fisici, privazione di cibo e sonno, trattamenti inumani e degradanti. Nel complesso, affermano i legali, il trattamento degli oppositori da parte delle autorità bielorusse può essere descritto “soltanto come bestiale”.


Dmitry Medvedev
ex presidente russo 
e ora vice capo del Consiglio di Sicurezza 


"Vogliono la nostra morte, quella della Russia. 
E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire"


Anton Vajno
capo di gabinetto dell'Ufficio Esecutivo Presidenziale 









giustamente - anche ignorandone i risvolti costruttivi - 
Massimo Recalcati nota che 
questo tavolo è un sintomo


§

"sotto l’ombrello della NATO"

non a caso si ritrova questo tropo nelle parole del fondatore


Ora siamo a Giggino 'a cartelletta, dopo che il fondatore e il garante
lo ha educato, incoraggiato e fatto crescere
(proprio quando il giovane Di Maio sembrava di averci capito qualcosa
e a noi cominciava a piacere).
 





Paranoia. Avete detto "paranoia"?
Il titolo di questo post è un omaggio a Jacques Lacan e contemporaneamente al nostro Marcello Walter Bruno (che ci ha lasciati di recente).




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