La comunità dei senza comunità

in memoria di 

Pippo Ardrizzo

Beniamino Pugliese

Vincenzo "Guru" Iaconianni

Tonino Napoli

Pino Perri

Tonino Sicoli

Emilio Sergio

Luigi Rovella

Giorgio Massacra

Salvatore Piermarini

il titolo del post è un omaggio a Jean-Luc Nancy e Maurice Blanchot, La comunità inconfessabile, a cura di Daniele Gorret, SE, 2011 



Io, per esempio, verso sera vado in piscina a spersonalizzarmi un po’.
Si può dormire solo se neutri.

Laura Betti

Caro Beniamino, la mia reazione (l'abbraccio) col quale ti avrei volentieri trattenuto è tardiva e non credo ti potrà essere consegnata. 

Sia chiaro: salvo qualche diavoleria alla Bezos o alla Musk. Non so se sei aggiornato, ma si tratta di due elementi di spicco di un gruppo che in termini di cluster analysis la sociologia potrebbe delineare come "miliardari sognanti". Fossero pure pazzoidi e/o fancazzisti assoluti, attualmente rappresentano la parte più evoluta del pianeta terra. Per farti capire, ora che qui a Cosenza ci accingiamo a votare, "volare alto" sembra tra i pochi antidoti al narcisismo patologico (otto candidati a sindaco, 29 liste, 869 aspiranti consiglieri), pronto a decollare non si comprende verso dove. Quasi tutt* (osserva che qui si è preso a usare l'asterisco per indicare, comprendendola, la differenza di genere, insomma tutti/tutte) incapaci di trovare - come dicono a Napoli - persino 'o cazzo 'ntra i mutande.


Turisti nello spazio

§


Loro, i morti

1novembre 2012 

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Sono nato a Cosenza nel 1956. E sopravvivo. Loro invece sono morti. Si può confessare così esplicitamente, senza passare per cinici, un confronto-differenza, una relazione? Non posso dire nemmeno che siano i “miei” morti. Non posso annettermeli. Con alcuni avevo legami di amicizia, altri li ho appena sfiorati. Giusto il tempo d’intendere che con o senza di loro la differenza ci sarebbe stata, che si sarebbe avvertita. Non si tratta dunque del “corteo degli amici”, così nobile e così partecipe, di cui parlava Roland Barthes: “io vivo per loro, essi vivono nella mia testa”. Non ostento intimità, non faccio il talent scout del dipoi o l’headhunter aprés coup, non credo di essere nemmeno particolarmente perspicace, ma sono morti troppo presto e me li porto da troppo tempo in tasca. 

In buona parte cosentini, alcuni di loro erano scappati ben presto, qualcun altro, al contrario, qui aveva fatto tana. Alcuni li ho incontrati di sfuggita, dunque ne so poco e manco mi va di documentarmi. Non sono cold case, loro, e non ho fatto indagini. Anche perché documentarsi avrebbe voluto dire infliggere, ai familiari e ai veri amici, tormenti e aspettative (saranno forse la stessa cosa?). 

Adele e Stefano li ricordo appena. So solo che una suonava l'arpa e l’altro il proprio corpo. E che erano bravi.

Altri sono stati miei amici. La perdita è stata un disastro. Con molti ho dovuto fare i conti, elaborare il lutto di quegli astri mancanti, di quei buchi neri improvvisi. Non sono uno storico, un astrofisico e – spero -nemmeno un poetastro; non faccio il critico, dunque non sta a me soppesarne il valore, ma ne misuro il peso in termini etici, estetici e di civiltà. Mancanza, bilancia senza piatto, direte voi ”mi ci ficco?”. Errore: cerco solo di dimenticarli meglio. Non mi sento custoditi da loro, anche se quella dell’angelo è una bella figura, un bel mestiere. Non rappresentano un pantheon: diciamo solo che è il mio parlamento. Erano tutti così votabili: eleggibili senza poter mai essere eletti. 

Non m’interessa quando sono nati e come e quando sono morti. Con nonchalance me li porto addosso. Sono da qualche parte nelle mie tasche. Sono assenti, non credo siano essenze ma comunque son leggeri, son chili che vengono a mancare, pesi – per la polis – negativi. Mancando, credo sia legittimo avvertirne il peso in termini di occasioni perse e nostalgia. Credo che una città decente dovrebbe serbarne almeno un’oncia di ricordo. Per una logica del tempo e non di scambio, quella volgarità che ci ha condotto a cancellare Fera e Mazzini, con Bilotti, Misasi e Mancini. 

Non li candido così a un rinnovo della toponomastica. Mi sto solo svuotando le tasche. Altri, più anziani di me, più attenti di me, avranno quelli e altri in saccoccia. Si tratta di deporne i nomi sul comodino, così come si usa fare nello svestirsi serale, liberandosene momentaneamente giusto per guadagnare poche ore di sonno. Purtroppo non tutti andiamo in piscina di sera e non c’era  altro modo che questo.


(con o senza)

Antonio Barbieri, scrittore

Piero Cusato, musicista

Raffaele De Luca, poeta

Angelo Fasano, poeta

Enzo Filippelli, musicista

Maria Gentile, giornalista

Francesco Grimaldi, studente universitario

Gegé Guido, musicista

Gianni Leo, attore

Marco Lorenzon, calciatore

Adele Pisciotta, musicista

Giampaolo Principe, musicista

Maurizio Spinelli, pittore

Stefano Valentini, coreografo

altri comuni amici mi hanno poi suggerito di ricordare anche

- insieme a Marco Lorenzon - 

Maria Pia Verrina

e poi

Franz Marcelletti

Lucio Gallo

Luigi Lo Celso

concordo e ringrazio 

ma quel ricordo era di novembre del 2012. Oggi scrivo a fine settembre del 2021 e quella lista purtroppo andrebbe - come suol dirsi - implementata.


lettere per Rossana Rossanda




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