Pensare è dire no


 

Penser c'est dire non.

Alain (Émile-Auguste Chartier)


Si tratta di un no che non entra nel merito della questione referendaria ma di un no alla barbarie nella quale siamo precipitati con noncuranza, grazie al Movimento 5 Leghe. 

E' un no a Di Maio, Crimi, Di Battista, Giarrusso, Lezzi, Buffagni, Sibilia, Ciarambino, etc. un manipolo di piccoli opportunisti, narcisi e qualunquisti, che ignorano pure la storia del movimento fondato da Grillo e Casaleggio, che invece è stata per molto tempo una macchina desiderante e di speranza per tutta la sinistra e che – a furia di giocare col né di destra né di sinistra – ha perso per strada quell’idea di argine da sempre evocata da Grillo contro il razzismo e il fascismo. E' un no alla paranoia e alla fabbrica di pettegolezzi: "i taxi del mare", "il partito di Bibbiano", "i Benetton". 


Non 
si tratta di semplici forcaioli ma di aver alimentato - spesso a borse aperte - le peggiori dicerie. E fino a prova contraria Luciano Benetton resta un rispettabile signore di 85 anni, già senatore del Partito Repubblicano, che avviò una stagione, comunicativa e di de-marketing, entusiasmante e transnazionale: quella di United Colors (della solidarietà, della multiculturalità, dei colori e dei porti aperti). Un signore col cielo negli occhi. 

E poi "i Benetton" chi? Giuliana, di 83 anni, Gilberto, Carlo, deceduti nel 2018, qualche rampollo? Così "i Benetton" sono diventati la marca dell'esecrabile. Ai cinquestelle manca l'ABC, non sanno che la responsabilità è personale. Fanno finta di non sapere che non hanno mai avuto responsabilità diretta nella gestione di autostrade per l'Italia, che è una Spa quotata in borsa con 7000 addetti e un azionariato diffuso per buona parte estero. 

Ci saranno responsabilità oggettive per il crollo di un ponte? E perché mai dovrebbe spettare a Di Maio, Toninelli e Bonafede, appurarlo? 

Ecco, per pura reazione, oltre che per un improvviso attacco di garantismo mi sono diventati simpatici pure Luciano Benetton e persino Oliviero Toscani, pure Sansonetti, per non parlare di Tiziana Maiolo. Pure lo sceriffo di Salerno. Soprattutto quando minaccia d'imbracciare il lanciafiamme. Si dirà che è merito di Crozza. Ma non è così: è un rimbalzo dell'arroganza, della maleducazione della signora Valeria Ciarambino, dell'ignoranza e del narcisismo del ministro  Di Maio. 

Qualcuno ancora crede che a degli psicopatici fascio-leghisti, coi loro tic e i loro totem, possa essere affidata una riforma costituzionale? 

§

« Penser, c’est dire non. Remarquez que le signe du oui est d’un homme qui s’endort ; au contraire le réveil secoue la tête et dit non. Non à quoi ? Au monde, au tyran, au prêcheur ? Ce n’est que l’apparence. En tous ces cas-là, c’est à elle-même que la pensée dit non. Elle rompt l’heureux acquiescement. Elle se sépare d’elle-même. Elle combat contre elle-même. Il n’y a pas au monde d’autre combat. Ce qui fait que le monde me trompe par ses perspectives, ses brouillards, ses chocs détournés, c’est que je consens, c’est que je ne cherche pas autre chose. Et ce qui fait que le tyran est maître de moi, c’est que je respecte au lieu d’examiner. Même une doctrine vraie, elle tombe au faux par cette somnolence. C’est par croire que les hommes sont esclaves. Réfléchir, c’est nier ce que l’on croit. Qui croit ne sait même plus ce qu’il croit. Qui se contente de sa pensée ne pense plus rien. »

ALAIN, Propos sur les pouvoirs, L’homme devant l’apparence, 1924


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