Lettera a Davide Casaleggio (19 novembre 2019)
A Davide Casaleggio su “Da Banksy a Wikileaks, quando l’anonimato è libertà di espressione” Gentile Casaleggio (ma mi auguro possa consentirmi un caro Davide), ho 63 anni e il cenno autobiografico non è pleonastico per almeno due motivi. Parto a casaccio – da qualche parte dovrò pur cominciare - da uno dei cavalli di battaglia del nostro capopolitico, che ne ha inevitabilmente mostrato la crescente salvinizzazione: a proposito di rapporti tra Ong e scafisti, nessuna tra queste accuse è mai stata dimostrata – scrive Frontex e pure qualche sentenza – e nessun procedimento giudiziario avviato ha mai avuto successo. Il che vuol dire che – al contrario di Di Maio e della brutta piega presa dal Movimento - provengo da una cultura garantista, oltre che sufficientemente informata. 63 anni mi situano necessariamente nella vecchia guardia, nella stagione entusiasmante, senza alcun protagonismo che non fosse quello del Movimento, delle cosiddette Quirinarie: