Le prime scritture autobiografiche di immigrati in Italia.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA

TESI DI LAUREA SPECIALISTICA IN

LETTERATURA E FILOLOGIA MEDIEVALE E MODERNA

Anno Accademico 2010/2011

 il candidato Dario Brunello

"Le prime scritture autobiografiche di immigrati in Italia.

I racconti di Salah Methnani, Pap Khouma e Shirin Ramzanali Fazel".

Relatore: Prof. Adone Brandalise 


(stralcio dalla parte introduttiva)

A partire dagli anni settanta il nostro Paese è diventato meta di crescenti flussi migratori provenienti da aree disparate del pianeta: Nord Africa, Africa Sub-sahariana e Orientale, Europa dell’Est (ex Jugoslavia, Albania, Romania), Cina, Filippine, Asia Meridionale, America latina, Mediterraneo Orientale e altre terre ancora. Nel 2009 il numero di stranieri residenti regolari si aggirava secondo l’Istat a 3.900.000, mentre secondo una stima del 2010 da parte dell’OCSE gli irregolari sarebbero fino a 750.000.

Spinti dal bisogno di migliorare le proprie prospettive di vita, i nuovi arrivati si trovavano in condizioni economiche variabili: un rapporto della Caritas del 2005 faceva emergere che accanto ai più indigenti arrivavano individui e gruppi appartenenti al ceto medio inurbato e in qualche modo colto. L’impreparazione della classe politica è apparsa in tutta la sua chiarezza qualora si vadano a considerare le leggi che dalla seconda metà degli anni ottanta si sono sovrapposte spesso in maniera contraddittoria. La normativa è oscillata fra un buonismo e un ‘rigidismo’ che certo non hanno portato risultati soddisfacenti e ancora alimentano piaghe quali il lavoro nero e la criminalità. Disparati fattori quali la disoccupazione galoppante in tutta Europa, la rimozione dell’imponente passato migratorio dei contadini italiani e delle guerre colonialiste del defunto Regno d’Italia, l’ignoranza sulle attuali problematiche portate da secoli di imperialismo europeo, sulle dinamiche e sulle gravissime disuguaglianze dell’era attuale della globalizzazione (nel 2000 il quinto più ricco della popolazione mondiale controllava l’ 86% del reddito prodotto sulla Terra) hanno trovato lo stesso corpo sociale incapace di assorbire le nuove ondate di migranti e di reagire in modo opportuno. Si sono registrate in tutta Italia reazioni xenofobe e razziste quali l’uccisione del rifugiato sudafricano Jerry Masslo a Villa Literno (Caserta) e le violenze ai danni di marocchini e senegalesi nella Firenze nel 1989. 

I lavori più ricorrenti degli immigrati sono stati (e lo sono) il bracciantato agricolo, l’aiuto domestico, la manodopera in sporchi ed inquinati ambienti lavorativi come le fabbriche di cromo o di concia e soprattutto nell’edilizia ad alto rischio incidenti. Altri diventano accattoni o lava-vetri ai semafori mentre aspettano un lavoro. L’uccisione del rifugiato sudafricano Jerry Masslo nel 1989 destò sconcerto e indignazione nell’opinione pubblica italiana: furono trasmessi i funerali dalla RAI e il 7 ottobre si organizzò una manifestazione di duecentomila persone a Roma. Nel 1990 il parlamento tramutò in legge (la legge Martelli del 1990) il decreto emanato qualche mese prima in materia di ‘cittadini’ immigrati; la nuova legge prevedeva la regolarizzazione degli immigrati indipendentemente da ogni altra condizione salvo l’essere in Italia dal 31 dicembre 1989. Questi fatti diedero origine così ad una delle consuete fioriture di attenzione da parte dei mass-media, curiosi di esplorare in chiave di indagine sociologica il mondo fino allora ignorato della migrazione. In questo clima particolare escono dunque le prime scritture in lingua italiana degli immigrati di prima generazione (ovvero direttamente degli stessi arrivati da fuori, e non dei loro figli) in Italia. Nel triennio 1990-1992 escono i racconti dei tunisino Salah Methnani e Moshen Melliti, dei senegalesi Pap Khouma e Saidou Moussa Ba, del marocchino Mohamed Bouchane, tutti pubblicati e ripubblicati da medie e grandi case editrici (Garzanti, De Agostini, Theoria, Bompiani ecc.). 

Hanno quasi tutti alcune particolarità:

portano in copertina un secondo autore (coautore) esplicitato chiaramente in copertina (spesso scrittore o giornalista italiano), sono scritti tutti da uomini e in prima persona. 

I temi trattati sono quelli legati alla migrazione: l’avventura e la dura esperienza della venuta nella penisola, il pellegrinaggio e l’impatto con il nuovo paese, il disincanto bruciante di fronte alle nefandezze della vita clandestina, la nostalgia della terra natia e altro ancora. 

Lo stile adottato è marcatamente sobrio e lineare, la lingua un italiano parlato di stampo popolare: pesa, secondo Gnisci, la ‘normalizzazione’ linguistica operata dai collaboratori-coautori italiani. 


Il sintomo immigrazione

il mitico Prof. Adone Brandalise 

(che ha lasciato l'insegnamento lo scorso anno).

Palazzo Bo, Padova il 19 aprile 2018



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